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CONTRO LA GUERRA, CONTRO IL (NEO)FASCISMO!


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"Il Fascismo va fermato a tempo. Il Fascismo è un vacillo mutante, può tornare. La strategia della paura fa il suo effetto, ogni giorno, il momento è molto pericoloso. C'è una voglia di fascismo in tutta Europa e bisogna stare molto attenti"

Queste parole sono di Andrea Camilleri.

Poco conosciuto, e deliberatamente ignorato dalle informazioni dei media, il fenomeno dei neofascisti arruolatisi nelle milizie filo-russe del Donbass è invece uno stigma chiarissimo della radice ideologica del conflitto aggressivo. I "volontari" delle milizie filo-russe del Donbass, per lo più stranieri appartenenti a formazioni di estrema destra e mercenari di lungo corso sono armati in nome della guerra “eurasiatica” contro il liberal-capitalismo, la globalizzazione e l’imperialismo occidentale.

Il fascismo è un fenomeno mutante che cambia uniforme per non cambiare mai la sua letale ideologia. All’interno delle milizie separatiste filo-russe, quelle che qualcuno, qui in Italia, ha definito “milizie popolari”, ci sono elementi stranieri ben noti per le loro attività anche terroristica in formazioni di estrema destra soprattutto francesi.

La propaganda filo-russa è arrivata a mitizzare queste formazioni mercenarie combattenti con osceni paragoni con le Brigate Internazionali degli antifascisti che combatterono nella guerra civile spagnola al fianco dei Repubblicani, contro le truppe del generale fascista Francisco Franco, sostenute massicciamente dai “volontari” fascisti inviati dal Duce e dai nazisti della “Legione Condor”.

Alla luce delle biografie di tali personaggi impegnati nel Donbass come Michael Takahashi, Guillaume Lenormand, Nikola Perovic, Victor-Alfonso Lenta, e soprattutto della natura dell’ideologia che ispira la cosiddetta “Nuova Russia”, verrebbe da osservare che, se proprio vogliamo effettuare un paragone, quello fra le milizie filo-russe e i “volontari” a sostegno della sedizione franchista sarebbe molto più aderente alla realtà e, comunque, non rappresenterebbe un’offesa alla memoria dei combattenti antifascisti e dei nostri partigiani.

Del resto una dichiarazione di Pavel Gubarev – estremista di destra russo ex “governatore” ed ora responsabile militare dell’autoproclamata Repubblica di Donetsk, sulla sua pagina Facebook esprime chiaramente la sua soddisfazione per la presenza nel Donbass di “veri fascisti italiani”, forse riferendosi ai “volontari” dell’organizzazione Millennium, fra i promotori in Italia del “Coordinamento Solidale per il Donbass”.

Purtroppo, nella comprensione degli eventi che hanno portato all'occupazione russa della Crimea e delle regioni orientali dell'Ucraina corrispondenti con il "Donbass" il ruolo mistificante della propaganda ideologica ha reso difficile una comprensione lineare degli eventi. Le etichette, il rovesciamento delle verità fattuali, l'eredità avvelenata della "Guerra Fredda" tendono a far smarrire all'osservatore occidentale le "categorie fondamentali" di "aggressore" ed "aggredito" di "democrazia" e "totalitarismo", di "invasore" e di "invaso".

Una parte della opinione pubblica, anche italiana, risulta accecata da un malinteso “antimperialismo”, propendendo al sostegno alle milizie filo-russe, nella convinzione di combattere, per questa via, "l’imperialismo occidentale in Ucraina".

Solo una lucida analisi e lotta antifascista, ispirata al rigetto della violenza e della guerra come metodo di soluzione dei dissidi internazionali, può ancorare ad una realtà di fatto le posizioni di denuncia di un conflitto che ha ucciso dal 2014 ad oggi più di 13.000 persone in Donbass.

Senza una difesa chiara dei diritti umani fondamentali, dei principi di autodeterminazione democratica dei popoli e di integrità territoriale si offende la Giustizia Sociale e quindi la Pace.

CONTRO OGNI GUERRA, CONTRO OGNI AGGRESSIONE!



 
 
 

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